E’ un’atto d’amore

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Chi ci amministra continua a fallire

Amici scrivo questa nota pubblica perché con voi voglio condividere un mio pensiero, un’ idea che mi ha portato a fare una scelta, una scelta non semplice ma importante. Ho dovuto farla per mia figlia e per le tante Giulia italiane. Da anni mi batto all’ interno di unalottaxlavita associazione onlus a sostegno ed a garanzia di una migliore qualità della vita di chi e’ affetto da malattie invalidanti gravi o gravissime .

Credetemi non e’ cosa facile, e’ assai difficile scontrarsi con i muri di gomma posti in essere da chi ci amministra, e’ deleterio ed improduttivo provare a chiedere ascolto al politico di turno. E’ dal lontano 2010, anno in cui nasce mia figlia, che ascolto il grido silenzioso di tanti disabili abbandonati dalle istituzioni, relegati nel limbo dell’ indifferenza più totale, vittime innocenti di un sistema che nulla fa’ per gli invalidi.

E’ giunto il momento di svoltare, e’ giunta l’ ora di scegliere.

O stai nei luoghi giusti, o non potrai mai far niente per gli ultimi, o siedi da titolare nelle giuste stanze del potere oppure mai l’ alba potrai vedere per chi sta’ male, per chi e’ diversamente abile, per chi soffre in silenzio nel suo quotidian vivere.

Amici continuerò sempre ad occuparmi di unalottaxlavita onlus, ma ho capito che serve altro, devo andare oltre. La buona volontà e l’ impegno non bastano. Occorre sedere dove si decide, diversamente continueremo ad avere solo false promesse e continue illusioni.

Il diritto alla salute ed alle cure non può solo essere un diritto costituzionalmente garantito sulla carta. Occorrono i fatti, siamo stanchi di chiacchiere.

Non e’ immaginabile che nel 2019 devi cambiare a volte regione per curarti o curare un tuo caro, non e’ giusto che per curasi spesso occorre andare nei cosiddetti ospedali di eccellenza, e che a farlo possa essere solo chi ha soldi.

Se non hai un euro in tasca dove vai?

La vita e’ una ed e’ uguale per tutti, ognuno di noi ha il diritto di vivere una qualità di vita sempre migliore. E’ anti costituzionale che se hai i soldi per il tiket puoi curarti altrimenti sei predestinato a morire. E’ vero, gli ospedali non si pagano, ma se non hai i soldi per recarti fuori regione, o peggio all’ estero, per curarti come fai a partire se lo stato non ti garantisce? Si e’ vero esistono i rimborsi, ma il problema e’ che per ottenere i rimborsi devi prima anticipare. A migliaia non hanno neanche i soldi per mangiare. Viviamo in uno stato che non garantisce i suoi figli disabili, 290 euro di invalidità o 500 euro d’indennità’ di accompagno non aiutano chi ha bisogno di cure ed assistenza. Trattasi di cifre che non permettono al diversamente abile neanche di arrivare al quindici del mese con una qualità di vita dignitosa. Se poi per sfortuna non si ha un tetto dove riparati dalle intemperie allora al danno si aggiunge la beffa . Per tutti questi motivi ho deciso di scendere nuovamente in politica, ho scelto di ripresentarmi all’ elettorato attivo da candidato a tutela dei diritti dei disabili. Sono un disabile con figlia disabile, nessuno meglio di me può, o potrà mai, rappresentare il mondo dei disabili meglio di me . A quaranta tre anni ho scelto di ritornare in campo, nel mezzo del cammin della mia vita ho deciso di rimettermi in discussione. Non so’ come andrà a finire, non so’ cosa accadrà , ma almeno potrò guardare domani mia figlia negli occhi, e con lei tutti i disabili, per dire loro io ci ha provato . In quale partito o movimento mi presenterò? Con quale schieramento scenderò in campo? Nei prossimi giorni ci ragionerò’. Resto comunque fortemente convinto che il diritto alla salute ed alle cure non ha colore politico e non ha patria potestà . Viva la vita

Gabriele Montera

Redazione
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